Milano, stop alle iscrizioni anagrafiche delle bambine e dei bambini con genitori dello stesso sesso. l'ira di Cirinnà: "Notizia triste"

Felice Massimo De Falco • 15 marzo 2023

Monica Cirinnà: "La battaglia è tutta politica. Sul parlamento pende dal 2021 il severo monito della Corte costituzionale, che ha chiesto a gran voce una legge per tutelare le bambine e i bambini, perché è di loro - e soltanto di loro e dei loro diritti - che parliamo. Ho provato tanto nella scorsa legislatura a sollecitare anche solo un semplice intervento della allora ministra dell’interno Lamorgese ma non ho ottenuto nulla.

Sullo stop alla registrazione anagrafica dei figli di coppie gay a Milano è intervenuta Monica Cirinnà, responsabile dei diritti civili del Partito Democratico, che dice: "lo stop alle iscrizioni anagrafiche delle bambine e dei bambini con genitori dello stesso sesso a Milano è una notizia triste".
"È triste, ed è grave, perché è il frutto di indebite pressioni politiche : una circolare del ministro Piantedosi ha sollecitato i prefetti ad ottemperare all’ indirizzo dato dalla pronuncia della Cassazione a sezioni unite n. 38162. Il prefetto è intervenuto quindi sul Comune di Milano.
Era purtroppo prevedibile che il governo e la maggioranza di destra-destra non avrebbero dato tregua alle famiglie arcobaleno, privandole anche della poca protezione che solo alcuni sindaci coraggiosi avevano provato a mettere in campo negli ultimi anni. 


 Hanno colpito da vigliacchi i soggetti più deboli i bambini lasciandoli senza tutele. Alcuni sindaci avevano tentato di superare il vuoto normativo anche grazie a un orientamento favorevole della giurisprudenza di merito, purtroppo arrestato dalla Corte di cassazione: nelle pieghe del nostro ordinamento c’erano spiragli per tutelare le famiglie arcobaleno, questi spiragli sono stati chiusi.


E l’adozione in casi particolari - indicata dalla Corte come strada alternativa - non è una vera soluzione: non è prevista da una legge e soprattutto è gravosa per la famiglie, in termini simbolici ma anche di costi umani ed economici. Vi sottoporreste a controlli di ogni genere per adottare vostro figlio o vostra figlia? È una situazione paradossale e dolorosa.

La battaglia è tutta politica. Sul parlamento pende dal 2021 il severo monito della Corte costituzionale, che ha chiesto a gran voce una legge per tutelare le bambine e i bambini, perché è di loro - e soltanto di loro e dei loro diritti - che parliamo.
Ho provato tanto nella scorsa legislatura a sollecitare anche solo un semplice intervento della allora ministra dell’interno Lamorgese ma non ho ottenuto nulla. Ho provato a spiegare che solo il riconoscimento della genitorialità alla nascita rende i bambini e i genitori tutti uguali, a maggior ragione in un paese in cui in tanti sono allarmati per la crisi della natalità e per le poche tutele assegnate alle famiglie: parole e timori strumentali buoni solo per la campagna elettorale di forze politiche conservatrici e oscurantiste.
Lo ricordino i colleghi in Parlamento, visto che proprio in questi giorni si discute la proposta di regolamento europeo sul riconoscimento dello status di figlio in situazioni transnazionali!

Sono bambine e bambini che esistono, vanno a scuola con le nostre figlie e i nostri figli, hanno due genitori nella realtà ma non per lo Stato. Piccoli cittadini di serie B, puniti per i genitori che hanno, per il modo in cui sono nati e per il tipo di famiglia in cui crescono. È davvero inaccettabile".


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