Pomigliano, se la democrazia non offre sempre la migliore classe dirigente

Vera Dugo • 5 marzo 2023

Pomigliano, se la democrazia non offre sempre la migliore classe dirigente

Cosa si intende per “politica”? e per “democrazia”? e la loro applicazione in una città come potrebbe essere Pomigliano d’Arco? Politica e Democrazia sono due parole che derivano dal greco! Politica è formata da “Polis” = Città (tutti) e “Tekné” = Tecnica (Arte); dunque letteralmente il termine Politica significa: Arte (del governo) di tutti; quindi Arte (del governo) dei cittadini; in senso traslato: l’arte di saper vivere e saper governare tutti insieme, all’interno di una società organizzata come quella di una Città. Dal che se ne deduce che il Politico è colui che applica l’arte del saper vivere e saper governare una Città.


Democrazia è formata da “Demos” = Popolo e “Kratos” = Potere; dunque, letteralmente, il termine Democrazia significa: Potere del popolo; quindi Governo del popolo; tuttavia, nei moderni sistemi occidentali è inteso nel senso che la sovranità di governo è esercitata indirettamente dal popolo (inteso come l’insieme degli abitanti di una città); cioè con strumenti di consultazione popolare (referendum) o di voto. E in una democrazia di questo tipo, a mezzo del voto, il popolo (i cittadini) elegge i “Migliori” (termine che in greco si traduce “aristos”), intesi nel senso de: i piu saggi, i più capaci, i più onesti.

Allora, potremmo dire che il tipo di governo al quale bisognerebbe aspirare è quello di una Democrazia/Aristocrazia; volendo intendere che, a guidare le sorti di una città (come del resto di una Nazione), dovrebbero essere eletti dal popolo, secondo le idee di una salda Democrazia, i migliori loro rappresentanti, cioè la Aristocrazia cittadina; in questo caso, ovviamente, aristocrazia in senso politico, non ha il significato metaforico di “nobiltà” o di “elite” di persone ma, come abbiamo già detto, il significato letterale di “insieme di migliori”.   


Infatti, la democrazia non deve scivolare verso la Demagogia (populismo), che è una forma di democrazia degenerata, in quanto, nel populismo, conduce il governo la “massa”, cioè il “popolo” che, tuttavia, non conosce l’arte del governare; inoltre, in questi tipi di governo vi è un comportamento politico che, attraverso false promesse di accondiscendere a ciò che desidera il popolo, tende ad accaparrarsene il favore e, attraverso la derisione e strumentalizzazione di qualunque avversario politico, la lusinga e le promesse, tende a costruirsi un ideologico consenso popolare. Nella demagogia, inoltre, si incorre facilmente nell’errore di considerare gli uomini uguali in tutto, mentre essi lo sono semplicemente per la loro stessa natura ma, non necessariamente per tutto il resto; anzi, ogni uomo è unico e inimitabile e mai eguale ad un altro, se non per la intrinseca natura umana. Infine la demagogia, o populismo, spesso alimenta odio e rabbia, contro un fantomatico e inesistente nemico pubblico, ingenerando una sorta di latente e dilagante paura, nei confronti di un avvenimento ignoto ma incombente.


E’ chiaro, d’altronde, che bisogna stare attenti a non travalicare la democrazia, passando alla sua peggiore variante, la più negativa, cioè la Oligarchia, in cui solo un piccolo gruppo, attraverso l’uso del potere economico o del terrore, detiene il comando in modo assolutistico e dittatoriale, nascondendosi dietro una finta, apparente e menzognera democrazia.


E’ ovvio che, nell’attuale clima generale di confusione delle idee, non è più chiaro a tutti il significato di “giusta democrazia” (volontà del popolo), che dovrebbe fondersi con la parola “aristocrazia” (la scelta dei migliori). Per dirla in breve, la democrazia, che è in sostanza la sovranità dei cittadini esercitata attraverso il voto, dovrebbe sposarsi con la capacità degli stessi, ai quali la democrazia dà tale potere, di eleggere, a guida della propria Città, i migliori cioè, come già detto: i più saggi, i più onesti, i più capaci.


Ed è forse questa la difficoltà che hanno oggi anche i cittadini di Pomigliano, i quali dovrebbero fare di tutto per far riavvicinare alla guida della loro Città, quei “Migliori”, che se ne sono allontanati, travolti da quel moto di ribellione ideologica che ha pervaso un po’ tutti coloro che speravano di ottenere una politica (arte del governo) più vicina ai bisogni primari del popolo.


di Vera Dugo Iasevoli


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