La maggior parte degli edifici scolastici troppo vecchi, il 58% senza agibilità

15 settembre 2022

La maggior parte degli edifici scolastici troppo vecchi, il 58% senza agibilità. A oggi non si conosce il dato relativo al periodo di costruzione per circa un quarto degli edifici scolastici "e ciò è molto grave". Scarsa considerazione riservata da gran parte dei rappresentanti delle istituzioni all'edilizia scolastica

Su 40.293 edifici scolastici italiani statali attivi nell'anno scolastico 2021-2022 più della metà non sono in possesso dell'agibilità (57,90%), né della prevenzione incendi (54,92%).

I dati, preoccupanti, arrivano dal 20esimo rapporto di Cittadinanzattiva sulla sicurezza delle scuole. Ad oggi non si conosce il dato relativo al periodo di costruzione per circa un quarto degli edifici scolastici (10.571, 26%) "e ciò è molto grave". Da qui l'appello agli enti proprietari, comuni, città metropolitane e province di fornire questo come gli altri dati mancanti all'interno delle anagrafi regionali e nazionale e di tenerle costantemente aggiornate.


“Sarebbe importante che gli Enti chiarissero le difficoltà che incontrano nell'ottemperare a questo e ad altri obblighi”, sottolinea Cittadinanzattiva. Gli edifici costruiti prima del 1976 sono 16.794, pari al 42% del totale.

Il numero degli edifici privi di collaudo statico è meno alto ma riguarda comunque un numero considerevole di scuole (il 41,4%). Rispetto allo scorso anno è diminuito sensibilmente il numero di istituti che non fornisce il dato. Per contro le percentuali degli edifici privi sia dell'agibilità che della prevenzione incendi non può che preoccupare e spingere agli interventi per sanare questa situazione di illegalità e di grave incertezza legate alla mancanza del dato.

Rispetto alla certificazione di prevenzione incendi complessivamente i dati non sono incoraggianti. Tra le regioni con una percentuale più alta di edifici in regola la Valle d'Aosta (51,74%), l'Emilia Romagna (49,50%), l'Umbria (47,80%), il Molise (47, 05%). Tra le regioni con le percentuali più basse: Lazio (12,21%), Calabria (18,75%) e Sardegna (22,81%).


In merito a lavori di ristrutturazione, gli edifici che hanno aperto la scia- segnalazione certificata di inizio attività sono 3.075, pari al 7,63% del totale. Un segnale positivo anche se poco rilevante dal punto di vista quantitativo complessivo.

Molteplici le cause: prima tra tutti la vetustà degli edifici, la cui età media si aggira sui 53 anni; la quasi totale assenza di finanziamenti da parte dello stato per 20 anni, dopo il passaggio del patrimonio edilizio ai comuni e alle province e, poi anche alle città metropolitane. La carenza da parte degli enti locali di manutenzione straordinaria e ordinaria, dovuta in molti casi alla mancanza di fondi o ai limiti imposti dal patto di stabilità (quando c'erano) ma, più in generale la sotto percezione, fino a 10 anni fa, del grave stato in cui versavano gli edifici scolastici e la scarsa considerazione riservata da gran parte dei rappresentanti dello stato, delle regioni e degli enti locali all'edilizia scolastica in particolare e, più in generale, all'istruzione e al sistema scolastico.


Il 17% degli edifici che ospitano le scuole superiori italiane è stato costruito dal 2000 ad oggi. Per il 31% degli edifici non è stato indicato il periodo di costruzione. Escludendo questi ultimi risulta che oltre il 52% degli edifici che ospitano gli istituti secondari di secondo grado è stato costruito prima del 1976. 

Ben oltre la metà degli edifici non hanno né agibilità né prevenzione incendi. Nel caso della certificazione di agibilità la situazione è peggiore negli istituti secondari di secondo grado (67% vs 58%) così come per il collaudo statico (47,5% vs 41,4%).


Un passo avanti verso il miglioramento dell'attuale situazione si aspetta dal Recovery Fund. Sono 216 (attualmente 213 quelle approvate) le nuove scuole, innovative e sostenibili, da finanziare con le risorse del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Un numero più elevato rispetto alle 195 inizialmente previste, grazie a un aumento dei fondi che ha portato lo stanziamento da 800 milioni a un miliardo di euro. Al mezzogiorno andrà il 42,4% dei fondi.

189 sono le scuole che verranno costruite presso comuni, e 27 in aree provinciali. Colpisce molto anche la numerosità dei progetti inviati (543), rispetto a quelli ammessi. Le nuove scuole dovrebbero essere concepite come spazi aperti e inclusivi, costruite in modo sostenibile, a partire dai 10 principi contenuti nel documento "progettare, costruire e abitare la scuola", elaborato da un gruppo di lavoro, istituito dal ministro per l’istruzione Bianchi. Fonte Rainews

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